Visitare la città di Istanbul è sempre stato uno dei miei sogni.
Così appena si è presentata la possibilità di svolgere un’esperienza nelle vicinanze della città, non me la sono lasciata sfuggire.
Istanbul è una città incredibile. Si estende lungo lo stretto del Bosforo con una popolazione di 15 milioni di abitanti divisi dalla parte occidentale considerata europea e da quella orientale considerata asiatica.
Con l’aiuto della referente abbiamo trovato una scuola disposta ad accogliermi nella parte orientale della città.
Servirebbero davvero tante pagine per descrivere questa esperienza ma evidenzierò soltanto gli aspetti più significativi.
Il primo impatto è stato davvero positivo. Nonostante fossero pochissimi i docenti in grado di comunicare in inglese, hanno provato in tutti i modi a rendere interessante e piacevole la mia permanenza, mostrandomi la loro cultura, il loro modo di lavorare e tra un tè e l’altro il loro modo di vivere.
Tra gli aspetti che mi hanno sorpreso in negativo c’è sicuramente il numero dei bambini nelle classi. Non essendoci compresenze, il docente si ritrova a lavorare con una media di 45 alunni in ogni aula, un numero davvero enorme per riuscire a portare avanti il lavoro didattico.
I bambini con disabilità frequentano le classi speciali. Ma questo non mi sorprende, in quanto la stessa cosa avviene anche nelle scuole della Svezia o della Finlandia (considerate tra le migliori del mondo). Inoltre ci sono tanti bambini siriani che arrivano in Turchia con le famiglie per cercare una vita migliore, ma fanno tanta fatica ad integrarsi per divergenze culturali. Di conseguenza ci mettono mesi e mesi a capire e parlare la lingua turca.
Posso dire che in generale l’organizzazione scolastica e l’edificio della scuola primaria dove ho trascorso la maggior parte delle ore non è molto diverso dalla nostra realtà.
Però negli ultimi giorni del mio jobshadowing ho avuto la possibilità di visitare una scuola secondaria e ho potuto notare una realtà completamente diversa.
Questa scuola era davvero bellissima: un cortile grande e polifunzionale; scale e corridoi decorati e affrescati; aule dotate di ogni confort.
Ovviamente ho pensato si trattasse di una scuola privata, ma mi è stato detto che si trattava di una scuola pubblica a carattere islamico.
Infatti nel primo piano le classi erano formate da soli maschi, mentre nel secondo piano vi erano le classi di sole femmine. Oltre alla bellezza e al confort degli ambienti, sono rimasto veramente stupito dal livello di inglese delle alunne e degli alunni. Mi hanno fatto un sacco di domande con grande proprietà di linguaggio per una classe equivalente alla nostra prima media.
Un’ altra delle sensazioni che la città di Istanbul mi ha regalato è quella di essere ricco 😅
Lo stipendio dei docenti non supera i 550 euro al mese, nonostante il costo della vita sia praticamente uguale al nostro. Motivo per il quale se un docente si presenta in banca con un contratto a tempo indeterminato per chiedere un mutuo, non gli verrà concesso per mancanza di garanzie.
Essendo impegnato tutta la mattina, ho avuto il tempo di visitare la città solo qualche ora del pomeriggio e della sera. Sono tantissime le cose da vedere e richiedono molto tempo.
Non perdetevi la basilica di Santa Sofia, la Moschea Blu, il mercato “Grand Bazaar”, la torre di Galata. Passeggiate nei quartieri di Kadikòy, Besiktas, Sultanahmet e raggiungete in barca la Torre della Fanciulla.
Queste sono solo le prime cose che mi vengono in mente, ma ne troverete tantissime altre.
Buon Viaggio e “iyi sanslar”...
Grazie per la condivisione. Interessante esperienza
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